Le Mani mi Hanno Tradito, ma io Compongo Ugualmente i Miei Ikebana
Mi sono sempre piaciuti i fiori.
C’è armonia nella natura: le forme, i colori, gli odori, l’estrema varietà.
L’ikebana è l’arte giapponese della disposizione dei fiori e di piante in appositi contenitori, seguendo delle regole ben precise che risalgono a più di 1000 anni fa. Il risultato è qualcosa di speciale nella sua bellezza per semplicità, eleganza, armonia e colore.
Sia chi lo crea che chi l’ammira ne trae una grande gioia e piacere interiore.
“In ognuno di noi c’è un artista, che però va scoperto ed aiutato, e si risveglia nell’amore per la natura”, diceva la mia insegnante.
Una vicina di casa era proprio la mia insegnante di ikebana, maestra con diploma riconosciuto a livello internazionale, dopo anni di studio, mostre, esami vari fatti per il riconoscimento del suo titolo di insegnante. Frequenti le sue trasferte in Giappone per corsi di aggiornamento.
Le mie mani “vanno in pensione”
Ho così cominciato a seguire i suoi corsi, a creare composizioni di fiori sempre più complesse, a partecipare a mostre organizzate in città.
Ho frequentato questi corsi per un bel po’ di tempo, lavorando con soddisfazione prima con le mie mani poi con quelle avute in prestito.
Infatti il mio interesse per l’ikebana era sempre vivo quando le mie mani decisero di “andare in pensione”. Allora ho trovato mani amiche che svolgevano il lavoro al posto mio, sempre seguendo le mie indicazioni. Il risultato finale è sempre stato per me molto appagante.
Un vaso pieno di rose, garofani o altro non fa risaltare la grazia dei fiori stessi; ma un fiore disposto ad arte può portare in casa una ventata di primavera.
Regole base per un bell’ikebana
Semplicità e asimmetria (così mi ripeteva sempre l’insegnante). Catturano lo sguardo nei punti di maggiore interesse della composizione stessa.
Ecco qui sotto alcune immagini di ikebana che ho fatto quando le mie mani funzionavano ancora bene. Spero diano gioia al vostro cuore.
Ciao!
-Gin