Come ho Capito che la Vita non è mai a Senso Unico

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La vita non è MAI a senso unico.

[dropcap]O[/dropcap]gni badante ha una storia a sé a seconda del suo modo di essere, della sua vita precedente, della sua cultura. Di conseguenza ogni badante entrata in casa mia è sempre stata una esperienza diversa, più o meno facile, più o meno significativa. Alcune badanti non hanno lasciato alcun segno a dir il vero: meteore, sparite subito dopo il loro passaggio. Altre invece si.

In questo momento desidero parlare di una di loro; decisamente giovane. In quel periodo ero sul giovane anche io, quindi ci sembrava più opportuna la presenza di una persona più o meno della mia età.

Eravamo alla fine della estate e la nostra ricerca era quasi al termine. Dopo una prima selezione, bisognava scegliere fra le ultime due candidate: una 24enne, dell’Europa dell’est, l’altra 20enne, africana.

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Nuove esperienze

Quest’ultima era venuta un pomeriggio per una prima conoscenza. Bel viso sorridente, un bellissimo incarnato, lunghi capelli neri sulle spalle, piccoletta ma energica, allegra, divertente. Chiacchierava molto volentieri. Mi piacque molto e dopo un breve periodo di prova fu dei nostri.

Dato il nostro essere quasi coetanee, si chiacchierava veramente tanto: di quel che ci piaceva, dei nostri sogni, delle nostre speranze e delusioni, di musica, di ragazzi, della vita in genere, di film. In estate siamo andate al cinema un pò di volte. In materia avevamo decisamente gusti diversi. Ma comunque, nel complesso, eravamo sostanzialmente molto diverse, ma dialogare ci ha senz’altro avvicinate un pochino e le vedute sulla vita e sul come affrontarla si sono un po’ avvicinate.

Non aveva mai avuto alcuna esperienza specifica come badante, ma aveva bisogno di lavorare e si era armata di buona volontà. Mi divertiva. Mi raccontava anche tante cose della sua vita, del suo Paese, dei suoi tanti fratelli i cui nomi spesso non ricordava neppure (il padre era poligamo), dei suoi tanti amici italiani.

Era infatti in Italia da tantissimi anni e ormai la si poteva definire italiana, con un italiano semplicemente perfetto, ed un modus vivendi e pensandi da italiana.

Era per noi la prima badante fumatrice, ma si era impegnata a fumare sempre e soltanto fuori casa, all’aperto: impegno mantenuto. Quindi nulla da eccepire!

La casa si è riempita di musica, di chiacchiere, di allegria per effetto della sua presenza. Di tanto in tanto arrivavano delle sue amiche e abbiamo trascorso momenti molto simpatici.

Dopo un paio di mesi scoprimmo che i lunghi capelli neri erano solo delle extension e apparve una testina riccia tipicamente africana.

Praticamente senza famiglia

Aveva si diversi amici, ma era sostanzialmente sola. Senza famiglia e conseguentemente senza una vita relazionale familiare alle spalle con diritti e doveri reciproci, che garantissero a tutti una buona, serena convivenza.

Per me non era un problema, lo divenne poco dopo per la mia Mamma che trovò l’esperienza piuttosto difficile e faticosa da gestire, ma che alla fine, come poi il prosieguo della vita ha dimostrato, fu ben ripagata.

I suoi orari (a parte quelli legati all’aiuto a me dovuto) erano, a dir poco, molto personali e non tenevano molto conto della vita e delle esigenze altrui: spesso ancora in piedi a mezzanotte o all’una, in terrazza a leggere (amava molto la lettura), a fumare, al computer, mentre gli altri tentavano di dormire nonostante le luci che filtravano dalla persiana o il rumore di una tapparella che si abbassava o si alzava.

Gentile, ma non abituata a vivere in un ambiente familiare dove i diritti di una persona terminano laddove inficiano quelli di un’altra.

Ahi, Ahi, le cicche!

Come promesso fumava all’aperto, anche in inverno; ma, come purtroppo la maggior parte delle persone, buttava sempre la cicca per terra: cioè nella aiuola vicina che si riempiva sempre più e la mia Mamma dovette adottare strategie le più disparate per aiutarla a ricordare che esistono posacenere, o altrimenti, pattumiere.

Lei non è stata una “meteora”. Di tanto in tanto torna e si fa sentire, cosa che ci fa veramente piacere

E’ stata con noi un paio di anni, poi la vita l’ha portata altrove pur senza rescindere quel legame “familiare” che si era creato con noi.

Confermo: non sempre è stato facile, ma quando poi ha dato le dimissioni per motivi personali, molto gratificante è stato ricevere un suo sms in cui ci ringraziava non tanto per il lavoro che le avevamo dato in un momento in cui ne aveva estremo bisogno, quanto piuttosto “per l’umanità e la sopportazione da tutti dimostrata” e concludeva asserendo “Siete stati una vera famiglia, quando io non l’avevo.”

Adesso vive serena in una bella cittadina del nord Italia, con la famiglia che si è creata: un marito ed un bimbo splendido, molto ben inserita anche nella famiglia del marito.

E viene a trovarci con il suo bimbo, grosso modo una volta l’anno. E’ tornata anche quest’anno per il mio compleanno e la sua visita è stata una gradevole sorpresa anche per gli altri miei amici che, ovviamente, la conoscevano. Molti di loro avevano creato con lei rapporti di amicizia e si sentono di tanto in tanto tuttora.

Un caro saluto,

-Gin

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7 Responses

  1. sandra says:

    Che bella storia… e che bello riuscire a mantenere il filo a distanza di tempo e situazioni…
    Ieri sera un’amica mi ha scritto: ” Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un po’ di se’ e si porta via un po’ di noi. Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lascaito nulla.
    Questa è la piu’ grande responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano mai per caso. J.L. Borges”
    Ti abbraccio Gin.. a presto

    • Gin says:

      grazie Sandra, per avermi ricordato una cosa che tempo fa una persona mi ha detto: Nulla nella vita avviene mai per caso, anche se noi forse non lo capiremo mai.

  2. Cornelia Gasparin says:

    Io Gin ti ammiro molto, la tua forza e caparbietà mi ricordano quanta ricchezza può esserci nel cuore, nel respiro, nel pensiero ma io mi sento solo sfortunata, non credo che ciò che avviene nella vita faccia parte di un “disegno”, penso che ci sono delle persone baciate dalla dea e altre maltrattate. Appunto la dea è bendata!
    L’ultima cosa che voglio è rattristarti o toglierti un “sostegno” perciò ti abbraccio e ti mando un pensiero caldo, buona giornata

    • Gin says:

      Ciao! avrai ormai capito che non credo molto nella fortuna o sfortuna. Io penso che siamo noi a costruirci il futuro, guardando alla vita con occhi sorridenti e dandoci da fare per farli sorridere. Dai, prova a “sbendare la dea” e la troverai pronta ad accoglierti. Il mio augurio più affettuoso, cornelia, e un caro abbraccio.

  3. Cornelia Gasparin says:

    Gin cara, se fosse possibile sbendare la dea, tu mi avresti già detto come fare. Ti auguro di continuare a sorridere alla vita.
    Grazie. Ti abbraccio anch’io

  4. Antonia says:

    Credo che tu la tua famiglia siate stati molto bravi ad accogliere la ragazza di cui parli. Non sempre queste esperienze sono facili: lo so per avere sentito tanti amici che hanno affrontato il problema. L acosa bellissima è soprattutto il legame di oggi, con le visite in compagnia del bambino e la conquista da parte della ragazza di una sua famiglia.
    Buona giornata, cara Gin.
    Oggi qui abbiamo sole, ma con temperatura invernale e termosifoni accesi…

    • Gin says:

      si, non tutte le esperienze sono facili, ma se alla fine si rivelano positive ne sarà sempre valsa la pena.
      Ci siamo sentite proprio di recente. Voleva salutarmi perché aveva saputo che ero stata in ospedale per un brutto inizio di polmonite.
      Adesso i bimbi sono 2, due bei maschietti. Il primo va all’asilo e lei trascorre le estati al sud, presso i suoceri, e tutto il resto dell’anno al nord, dove abita. La sua vita è serena, e questo è veramente molto importante.
      Non ci siamo dimenticate l’una dell’altra.

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