Sempre in Compagnia della Sclerosi Multipla
[dropcap]L[/dropcap]a parola “Privacy” è un termine da tempo ormai senza senso per me. Io infatti non sono mai da sola. Con me c’è sempre almeno una persona: mia mamma, mio papà, mio fratello, la badante che da una decina di anni ormai è la mia ombra (da quando cioè la mia mamma fisicamente non ce la fa più ad aiutare me, malata di sclerosi multipla).
Con mani che proprio si rifiutano di collaborare (da alcuni anni infatti la malattia ha colpito anche le mani che non riescono più a fare alcunché), che faccio io se, ad esempio, mi prude il naso?
Nessun segreto, ma…
All’inizio pur non avendo segreti né nulla da nascondere, ne ho molto sofferto, perché mi sembrava di essere stata defraudata, snaturata della mia personalità, della mia individualità.
Tutti dovevano sempre sapere cosa facevo, cosa dicevo, a chi scrivevo, cosa programmavo. L’unica cosa che potevo non condividere era solo ciò che tenevo per me, ma significava anche rinunciare a vivere.
E così ho fatto una scelta. Ho scelto di Vivere.
Vivere, non semplicemente vivacchiare.
Non è stato assolutamente facile, ha richiesto del tempo, lacrime ed anche un notevole sostegno psicologico. Alla fine ho superato il tutto: forse perché il tempo è la miglior medicina, forse perché ho capito che chi mi aiutava lo faceva con tutto il cuore, forse perché mi sono vista rispettata in casa e altrove nelle mie scelte, nelle mie decisioni, ossia nella mia personalità e nella mia unicità.
A suo tempo, la psicologa, cui mi ero affidata, mi aveva suggerito di volare alto, di estraniarmi un po’, di tanto in tanto, dal quotidiano e librarmi sempre più su per vedere le cose da una prospettiva diversa. Questo esercizio mi aiuta quando vado alla ricerca di un certo tipo di solitudine per meglio riflettere e valutare.
E comunque ho anche scoperto che avere qualcuno vicino stimola le mie riflessioni, la mia creatività. Quindi, se qualcosa mi è stato tolto è pur vero che altro mi è stato offerto. Concetto che ho colto al volo e mi ritengo così in pareggio.
Ho anche concluso che le prime impressioni vanno sempre ripensate prima di arrivare a conclusioni errate. Noi siamo in continua evoluzione e il tempo che passa, oltre a farci crescere fisicamente ci fa crescere mentalmente (ovviamente), il che cambia il nostro modo di sentire e di vedere il mondo che ci circonda. Inoltre il passare del tempo ci permette di imparare ad apprezzare ciò che di diverso la vita quotidianamente ci dona.
Nella sua immensa varietà, la vita ci stupisce sempre, perché ha sempre qualcosa di nuovo e di bello per ciascuno di noi.
Ciao!
-Gin
Ciao Gin! hai scritto “Vivere, non semplicemente vivacchiare”.
Ti do ragione alla grande. Io non ho problemi e/o difficoltà fisiche da affrontare e superare, ma spesso la voglia di lasciarmi andare mi prende, magari la troppa fatica mentale o fisica. Allora penso a te e a quello che hai scritto. Mi dai la carica. Grazie. Grazie di cuore. Ti devo molto.
ma che bello sentirsi utile a qualcuno! sono proprio contenta di quello che mi hai scritto e che mi sprona a continuare, anche quando mi capita di essere stanca.
Come vedi, ci aiutiamo a vicenda. Un abbraccio.
Gin
Ciao Gaetana, poco fa ho dimenticato una cosa. volevo dirti che io ho più di un nome e uno di quelli è proprio Gaetana come te.
Abbiamo qualcosa in comune. Ciao