Quest’Anno, Carnevale Senza Arance

[dropcap]T[/dropcap]u che mi conosci, sai bene quanto io ami il Carnevale di Ivrea e la sua battaglia delle arance.

E’ un punto di riferimento fisso, una volta l’anno, per gli eporediesi (questo é il nome degli abitanti di Ivrea) e per tutti coloro che vivono in Canavese.

Quando ero al liceo, prima della malattia, partecipavo sempre al Carnevale, tiravo le arance, ne vivevo i momenti essenziali, mi divertivo da matti, con tanti amici.

Il Carnevale dalla sedia a rotelle

Anche quando mi sono dovuta sedere sulla sedia a rotelle, ho continuato a partecipare.

Da spettatrice, ma mi divertivo ugualmente. Mi piaceva molto, fra l’altro, vedere la città vestita a festa, momenti di normale vita quotidiana con persone che indossavano il berretto frigio (un particolare cappello rosso), come forma di partecipazione all’evento cittadino.

carnevale

Ivrea in Festa

Era un diverso modo di viverlo, ma ugualmente entusiasmante!

Quest’anno invece, ho visto le arance solo nei filmati di mio fratello, nelle foto fatte dai miei amici, nelle immagini della edizione speciale del nostro giornale locale e nei racconti di chi è venuto a trovarmi.

Faceva troppo freddo per me. La malattia mi ha reso molto sensibile.

Diciamo quindi che quest’anno ho vissuto di rendita e tutto quello che mi hanno detto ha riportato alla mia memoria tanti episodi vissuti in passato in prima persona. Bellissimi ricordi!

I pifferi

Sentire i miei amici raccontare la loro serata del sabato sera, la partecipazione alla sfilata di solito aperta da Mugnaia e Generale. Il Generale a volte si ripete per qualche anno. La Mugnaia cambia ogni anno, e il suo nome rimane un segreto fine alla sera del sabato grasso. 

Carnevale Generale e Mugna

Il Generale e la Mugnaia di Quest’Anno

Il resoconto dei miei amici mi ha fatto tornare alla mente la canzone del carnevale che i pifferi suonano per ricordare l’eroina del giorno: la Vezzosa Mugnaia.

Mentre loro parlavano mi sembrava proprio di risentirla nelle orecchie, tante le volte in cui l’ho sentita veramente. Sempre quella, negli anni.

Carnevale

La Banda dei Pifferi

Ascoltare ha comportato comunque una sensazione a dir poco strana.

Ho dovuto ricomporre, come in un mosaico, tutto ciò che mi veniva raccontato in ordine sparso e senza alcuna logica temporale.

Il tutto per poi avere la visione di un qualcosa che ha una sua storia a partire dal momento della alzata degli Abbà, (giovanissimi; vestiti in foggia medievale con in mano una sciabola con una arancia infilzata sulla punta come simbolo della testa mozzata del tiranno), fino all’abbruciamento dello Scarlo il martedì sera. Lo scarlo è un semplice palo rivestito di erica. Quanto più velocemente brucia, tanto migliore e di buon auspicio sarà l’anno appena iniziato.

La parte del programma che tutti conoscono di più è ovviamente quella più folkloristica: la Battaglia delle Arance, durante la quale si simula la ribellione del popolo che, a mani nude, a piedi e senza protezione alcuna affronta a colpi di arance i soldati del feudatario, che invece stanno su un carro, trainato da splendidi cavalli di razza, bardati in modo fantastico. Gli aranceri del carro da getto sono protetti dal carro stesso ma poi anche da una specie di armatura che protegge tutto il busto, specialmente il viso. Anche per loro l’unica arma consentita è l’arancia.

Io sono sempre stata solo un arancere “a piedi” e di solito mi piazzavo proprio sotto un carro, cercando con il braccio destro alzato di schivare i colpi, mentre l’altro braccio (il sinistro perché io sono mancina) tirava.

Carri da getto e cavalli

I cavalli, oltre ad essere molto belli, anzi secondo me sono proprio bellissimi meglio ancora stupendi, alteri, eleganti, hanno un ruolo importante.

Carnevale

Bello, Vero?

Tirano carri che sono voluminosi e pesanti, che portano tante arance e tanti aranceri. Questi aranceri pagano cifre abbastanza elevate per avere “l’onore” di salirvi e tirare. Le fiancate sono molto decorate, raccontano una storia e alcuni carri verranno poi premiati.

Di solito io mi allontanavo da Piazza di Città solo dopo aver assistito alla premiazione di tutti, proprio tutti i gruppi: Aranceri a piedi, Aranceri sui Carri, i Carri stessi, le Quadriglie, e cosi via.

Per i cavalli è difficile camminare su una pavimentazione di pavé, lercia e scivolosa per colpa delle arance, in mezzo ad una confusione unica, ed al fragore della musica. Sono quindi cavalli addestrati, che i bambini guardano con gli occhi sgranati dal basso verso l’alto. E anche il cocchiere che conduce il carro deve essere ben addestrato, e soprattutto allenato, per tenerli continuamente a freno.

Carnevale-Carro-e-Aranceri

Un Carro in Piazza

Un mio amico, che fino ad un paio di anni fa tirava dal carro mi ha sempre raccontato della grinta che occorre, delle braccia dolenti, delle mani e del viso che bruciano per gli schizzi che attraversano la maschera. Qualche livido qua e là, i muscoli che tirano, ma a fine battaglia, stanchi ma felici, si torna a casa; pronti a ricominciare il giorno dopo e il giorno dopo ancora. Tre giorni di fila, da domenica a martedì.

E, a fine carnevale, ecco quello che resta nelle varie piazze, (oltre alla “marmellata di arance” per terra).

Carnevale

“Avanzi” del Carnevale Qua e Là

Tirare le arance a carnevale è per gli eporediesi una passione viscerale, e spesso i padri allenano i figli. 

C’è chi dice che che, in previsione del carnevale, alcuni vadano ad allenarsi sull’argine della Dora Baltea (il fiume che attraversa Ivrea), tirando le pietre. Non so se sia vero, ma avrebbe un senso. Io non mi sono mai allenata. Mi sono sempre limitata a tirare nei tre giorni previsti divertendomi, qualche livido, mai nulla di serio e sempre felice.

 Certo, anche quest’anno avrei preferito esserci là,

fuori, in mezzo alla confusione, a tirare, a cantare, a stare con gli altri.

Ma anche solo sentirne parlare è stata una bella sensazione. Diversa!

Con affetto,

-Gin

Quando avevo 15 anni, con la divisa delle Picche.

 

Photo credit: ringrazio l’amico Hannes per le sue belle foto.

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8 Responses

  1. Rosanna says:

    Ciao Gin
    Non sapevo che eri di Ivrea, e mi ha commossa leggere il tuo articolo. Mio marito tira sul carro 49 da anni e i miei figli negli scacchi … mi piacerebbe inviarti qualche scatto che ho fatto io … come posso fare ?

    • Gin says:

      Ciao.
      Grazie dell’offerta delle foto che colgo subito, al volo. Mi piace guardare le foto in genere, ma qui si tratta inoltre del carnevale. Quindi…doppio piacere. Mia mamma ti manderà il suo indirizzo email, in privato.
      Grazie ancora

  2. Lucia says:

    Ciao Gin, non é solo una malattia importante come la tua a tenerti lontana dal carnevale. Personalmente sono un paio di anni che per motivi vari riesco ad andare molto poco in città in quei giorni. Quest’anno, nonostante l’asssenza dalle vie cittadine, mi ritengo molto fortunata, oltre a Michela e famiglia, dopo molti anni di assenza da questa manifestazione è venuta Suela con il suo bimbo Pietro. Che emozione e che confusione averli nuovamente tutti qui come ai vecchi tempi. Ti mando tramite tua mamma alcune foto di quei momenti. Un abbraccio e a presto. Lucia

    • Gin says:

      In effetti so che il carnevale ti piace molto vederlo, seguirlo. E’ vero, quest’anno non hai potuto ma mi sembra che tu sia stata ripagata abbondantemente dalla presenza di persone che ti sono care.
      Ho visto le foto. Grazie molte. Non avrei riconosciuto Suela, a dir il vero. Bellissimo il bimbo di Ricky.
      Un abbraccio

  3. Kawtar says:

    Questa per me è novità da tanti anni che ti conosco e non sapevo che tiravi le aranci ,bella cosa mi despiaci si fosse sapevo ti avrò scattato qualqui foto ,va be sarà per un altro anno baci baci Gigi

    • Gin says:

      Ciao, mia cara. A volte si crede di conoscere una persona, ma c’è sempre qualcosa da scoprire nel tempo.
      Un abbraccio

  4. Simona says:

    Ciao Gin, non sapevo che tirassi le arance. Ho sempre saputo che il carnevale di Ivrea è molto particolare, me ne vate sempre parlato, ma viverlo e parteciparvi deve essere senza dubbio un’altra cosa. Grazie a te e alla tua esperienza, ho cercato un po’ di immaginare e soprattutto mi hai fornito dei particolari che non conoscevo su questa festa.
    Ciao Gin!

    • Gin says:

      Ciao. Non ti resta che venire e viverlo questo carnevale.
      Voglio raccontarti un episodio. Io sono sul piccolo e per me era piuttosto faticoso tirare l’arancia, dal basso verso l’alto; e di solito mi piazzavo proprio sull fiancata del carro prescelto. Ma, anche se difficile, come tutti i giovani non mi perdevo d’animo.
      Una volta, un tizio mi ha sollevato di peso e alla fine spostato. Voleva aiutarmi? Voleva spostarmi perchè gli davo fastidio?
      Insomma, allora io mi ero sentita piuttosto offesa, adesso ripensandoci mi viene da sorridere.

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