L’Autobus di Città non è più Giallo
[dropcap]L[/dropcap]’autobus di città non è più giallo, ma… blu, ed io non sono più una teenager.
Qualcosa è cambiato!
Tempo fa, direi tanto tempo fa, per me prendere l’autobus di linea in città era una abitudine, una necessità, un mezzo di trasporto comodo, pratico, economico che mi portava ovunque io ne avessi bisogno o voglia: il cinema piuttosto che la biblioteca; un giro con gli amici, lo shopping, al lago a fare il bagno etc. etc.
E pagavo in lire.
Oggi abbiamo l’euro.
Non lo prendevo con regolarità tutti i giorni. Infatti la scuola non era lontana da casa. E, con un gruppetto di amici e vicini di casa, si andava sempre a piedi. Una bella stimolante passeggiata mattutina che ci svegliava ben bene e ci preparava per le diverse ore da stare seduti dietro un banco.
Ma per tutto il resto andava più che bene!
Si, devo dire che non sempre rispettava gli orari. Non si può dire fosse la puntualità personificata, ma mi andava bene e rispondeva a tutte le mie esigenze di allora.
A volte all’autobus preferivo la bici; il tutto dipendeva dal tempo a disposizione, dal clima, dalla compagnia, dalla voglia di fare un po’ di esercizio fisico.
Ma tutto questo avveniva nella mia “prima vita”. Adesso le cose sono molto cambiate!
A causa della sclerosi multipla sono in sedia a rotelle da più di venti anni ed esco normalmente in macchina con mio Papà o con amici.
Più pratico, meno faticoso, più immediato. Meno stancante decisamente.
Così, l’altro giorno ho appurato che gli autobus cittadini oggi sono accessibili ai disabili (hanno la pedana che permette di accedere).
Inoltre le scuole non erano ancora iniziate (quindi nessuna confusione); ho pensato sarebbe stata una “bella gita”, forse un po’ fuori dagli schemi, dai soliti itinerari turistici, ma pur sempre…
Ci siamo organizzati, e…
pronti, partenza, via!
Non tutti gli autobus però hanno la pedana ascendente, e quindi per essere sicura di trovarne uno attrezzato, abbiamo dovuto avvertire dell’ora in cui pensavamo di uscire.
La pedana va su e giù, azionata da un cortese autista.
Non mi sono seduta sul solito sedile in plastica, duro, ma in cui ero libera di muovermi: sono ovviamente rimasta sulla mia sedia, debitamente ancorata per evitare scossoni sgradevoli e/o rischi di qualunque genere.
Ho pensato a quelli che partono per lo spazio! Ma forse e’ una situazione un po’ diversa ahaha. 🙂
La sistemazione non mi permetteva di guardare fuori e visto che i miei occhi (pigroni) guardano (non sempre bene, fra l’altro) solo avanti, mi sono persa lo scorrere della città durante il tragitto.
E’ stata una mattinata decisamente “diversa”!
L’autobus mi ha portato in zone cittadine dove, non avendone necessità, da tempo non mi recavo più.
Ed é stata in ogni caso una riscoperta di alcuni quartieri, e la scoperta di altri nuovi che una volta non esistevano proprio. La città ha inglobato alcune vecchie periferie.
Non è stato male, ma… non è stata la stessa cosa!
Del tutto inutile cercare di rivivere i tempi passati!
Le cose cambiano e una buona dose di adattabilità non guasta nella vita. Anzi…
Quindi sono arrivata ad una conclusione, che, per me, altro non è poi che una conferma:
Vivere sempre il presente. Al meglio!
Il filosofo / teologo / scrittore danese Soren Kierkegaard scriveva:
“Si capisce la vita guardando indietro,
anche se bisogna viverla guardando sempre avanti”.
Con affetto,
-Gin
Grazie Gin
Ma grazie a te per essere venuta a trovarmi. Ciao.
Grazie Gin sei sempre forte e coraggiosa e dai esempio a tutti. Bellissima la tua descrizione del viaggio.Un grande abbraccio. Ida
Ciao Ida!
Fa sempre piacere sentirti presente. Ieri ho ascoltato una canzone di Nat King Cole, musica di Charlie Chaplin, che Mamma aveva casualmente sentito per radio. Il titolo è Smile (Sorridi), ed è proprio un invito a non farsi abbattere dalle traversie della vita (sembrava parlasse a me) tanto non serve a niente, anzi peggiora le cose. E il mio sorriso, a volte un po’ stiracchiato (solo per colpa dei muscoli) è ancora li. Ciao
Cara Gin, che sorpresa vedere la bella fotografia dell’articolo! Nella foto sono ritratti due nostri carissimi amici, ossia tu e l’autista che ti ha accompagnato, che si chiama Giorgio ed è il marito di una nostra amica di infanzia!.
E così ci hai fatto una doppia sorpresa…grazie! Baci
Paola e Ale
Ma guarda! il mondo è proprio piccolo! Amicizie che si incrociano! Avevamo detto al tuo amico Giorgio del blog e delle foto. Di sicuro poi avrà scordato tutto, ma adesso qualcosa ricorderà. Thanks.
bellissima idea per andare un pò a spasso nella città.
si, diciamo che è stato anche un po’ divertente, anche se sono arrivata alla conclusione che hai visto.
Cara Gin, penso che rivivere le esperienze permette di ricordare i tempi passati. Questo però non vuol dire rimpiangerli tipo : ” si viveva meglio quando si viveva peggio”. Avere una macchina sempre a disposizione ti permette molta flessibilità, puoi così decidere i momenti delle tue “uscite” per tutte le tue necessità.
Un caro abbraccio. Gianni